Eccoci alla conclusione di questo triennio formativo in Educazione Olistica. La Coach Amanda Gesualdi, su mandato della Scuola dell’Infanzia Castelbarco, ha contribuito insieme alla Responsabile Ombretta Sesana e all’Educatrice Roberta Airoldi, a consolidare l’approccio olistico che quest’anno (2022-23) si è concluso con una riflessione importante sull’Arte di Educare. Qui di seguito un articolo di Ombretta Sesana proprio sul tema appena citato. Buona lettura!

(Nella foto in alto la Presidente Rosella Minotti Castelbarco, la VicePresidente Fiordiana Castelbarco, la Dott.ssa Amanda Gesualdi, la Responsabile Didattica Ombretta Sesana, l’Educatrice Roberta Airoldi).

*** *** ***

Jacques Maritain  diceva . . . “Educare è: aiutare una persona a divenire più umana.”

L’azione didattica non riguarda soltanto il favorire l’apprendimento di specifici contenuti o tecniche, ma interessa la dimensione emozionale e quella dei valori. Per usare una metafora cara a Papa Francesco “Educare è prendersi cura…”. Di chi? E di cosa? Di ciò che è la cosa più importante: realizzarsi come persona umana!

L’attività educativa della scuola dell’infanzia si configura in forme che non possono essere distinte e distribuite in settori rigidi, indipendenti. Noi educatori dobbiamo approfondire e svolgere consapevolmente quanto affiora dalla molteplicità delle esperienze quotidiane e dagli atteggiamenti spontanei o indotti dal bambino, a tal fine gioveranno procedimenti didattici che rispettino l’unità integrale dello sviluppo infantile. Ecco perché già negli Orientamenti del 1969 per la Scuola dell’Infanzia vengono menzionati diversi obiettivi atti a sviluppare la capacità di armonia del bambino.

Poi… Nel 1991 si è iniziato a parlare dei campi di esperienza. Con questo termine diversi psicologi erano concordi nel dire che ogni educatore poteva mettere in atto azioni educative nella misura in cui si trovavano a studiare il soggetto nel luogo di crescita, valutando l’influenza degli altri e la realtà che lo circondava. E’ proprio attraverso questi fattori che il bambino si trova a crescere, a vivere esperienze, a trovare le modalità e gli strumenti per risolvere la situazione che si è venuta a creare e a formarsi per il futuro. Oggi educare diventa sempre più difficile perché la società ci presenta dei modelli dove i valori, le tradizioni e i comportamenti, lasciano poco spazio alla maturità e alla consapevolezza del rispetto verso gli altri.

L’educatore è chiamato quindi a guidare, condividere, accompagnare il bambino cercando di formare soggetti autonomi e competenti. L’educatore oggi deve essere una figura attiva che abbandoni un po’ i vecchi schemi. Mi piace pensare, che si debba diventare uno di loro per creare quell’alleanza che aiuterà il bambino a scalfire quegli aspetti spigolosi che potrebbero emergere.

Compito importante per l’educatore è auto-educarsi al fine di poter presentare dei modelli coerenti a chi si ha difronte. Attraverso il Percorso di “conoscenza-riflessione“ presentato dalla nostra Coach sulla figura di Steiner sull’arte di educare, sono arrivata a pensare quanto sia importante curare l’aspetto spirituale, perché proprio attraverso la crescita personale e l’esempio della propria vita, l’adulto riesce ad educare persone libere e vere.

Ecco perché ritengo che ogni educatore si debba prendere cura dei bambini fin dall’ingresso dei tre anni alla scuola, e seguirli per tutto il triennio. Questo mio pensiero scaturisce dalla mia esperienza, perché ogni bambino apprende molto da chi si trova di fronte, ed è così che si riesce a far superare quegli aspetti più difficili rendendoli ciò che fa la differenza con i propri coetanei. Si diventa abili ad educare quando ci liberiamo dai condizionamenti esterni, dei colleghi, di tutte quelle persone che potrebbero essere delle influenze negative. Solo quando saprò di aver cercato di sviluppare l’identità, che è il processo con cui ogni bambino si costruisce l’autonomia (che è la capacità di fare da soli, le competenze come le abilità sensoriali, percettive, linguistiche, e intellettive) sarò stata in grado di avviare quel percorso di crescita…

Vorrei concludere questa mia riflessione con uno stralcio preso dagli orientamenti della scuola dell’infanzia modificati e rivisti per l’ultima volta dal Ministro Profumo nel 2012. Cito quanto scritto… “Acquisire competenze significa: giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione, il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare e comprendere, narrazioni, e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare, e immaginare “ripetere”, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi. Emerge dunque un modello di apprendimento che suggerisce l’immagine della mente, attivamente volta all’integrazione delle attività e delle esperienze, cioè all’attribuzione dei significati al mondo fisico, culturale e psicologico.”

*